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La gita sta per finire....
19 giugno 2022 - la nostra gita che doveva essere di un giorno, poi diventata di due e infine di tre sta finendo... abbiamo iniziato con una bella passeggiata in una Cavalese semideserta visto l'orario mattutino; abbiamo apprezzato lo splendido parco arricchito da alberi di tiglio secolari ove svetta il campanile della pregevole Pieve gotica di Santa Maria Assunta da sempre considerata dagli abitanti della zona un simbolo della Val di Fiemme.
Lungo un percorso che affianca un ruscello, motore per tanti anni della vecchia segheria, siamo arrivati nel centro di Cavalese dove domina la torre dell'orologio simbolo del paese affiancata dal bel palazzo affrescato della Magnifica Comunità.
Poi riprese le nostre auto ci siamo soffermati alla vecchia segheria anche per una foto di gruppo e quindi ci siamo diretti in Val di Cembra dove come prima sosta non poteva mancare una degustazione alla Cantina della famiglia Zanotelli di un Muller Thurgau della zona.
Il Ristorante scelto per il pranzo per chiudere degnamente questa piccola vacanza è stato il Cà dei Volti del giovane Chef Guglielmo Baron che ha avuto il coraggio di aprirlo lo scorso anno in piena pandemia; i piatti che abbiamo degustato in questa bella e moderna location in un antico palazzo del centro storico di Cembra sono stati i seguenti:
- Piselli, ricotta, olive e limone
- Trota affumicata, peperoni, aglio orsino e 708 km. bianco
-Tagliatelle con ragù di anatra, timo e riduzione di lupinus
- Pollo vegetariano, carota, sedano e BBQ
- Rabarbaro, timo e yogurt
Vini in abbinamento:
- Ferro - Simoni
- 708 Km. Bianco - Cembrani D.O.C.
- 708 Km. Rosso - Cembrani D.O.C.
Sentendo i commenti positivi di tutti i partecipanti, volendo fare un bilancio di questi giorni, penso di non poter fare altro di dire che abbiamo avuto delle belle esperienze (in particolar modo enologiche) e soprattutto grazie all'atmosfera amicale del gruppo che si è riproposto di effettuare in futuro altre esperienze di questo tipo.
Ernesto Amaducci
Continua la gita.....
18 giugno 2022 - la prima sosta della giornata è stata a Tesero per ammirare una singolare cappella (quella di San Rocco) che riporta sulla facciata un affresco ricco di figure: un Cristo (detto sindacalista) a mani alzate che ti guarda e che dal 1557 lancia il monito ai valligiani, analfabeti ma in grado di comprendere il significato delle figure: "oltre a tutte le altre azioni malvagie voi non santificate la domenica. Anzi, la domenica lavorate come tutti gli altri giorni e commettete ogni sorta di peccato".
Per continuare lo studio dell'utilizzo del lupino di Anterivo ci siamo recati a Panchià presso il laboratorio artigianale di infusi naturali delle Dolomiti del Signor Massimo Donei "L'Ones".
Ci è stato raccontato come vengono prodotte queste Grappe aromatizzate con piante officinali raccolte manualmente e selezionate con cura, seguendo la stagionalità, rispettando la natura senza l'uso di coloranti e aromi artificiali. E' seguita una degustazione di alcuni tipi di grappe: alla felce selvatica, cumino montano, pino mugo, cirmolo, rosa canina, genziana e naturalmente lupino tostato di Anterivo.
Intanto si avvicinava l'ora di pranzo e ci siamo spostati a Moena e prima di raggiungere il nostro amatissimo Ristorante Malga Panna (1 stella Michelin), abbiamo conosciuto presso il suo atelier l'artista Lara Steffe che scolpisce vari tipi di legno con figure femminili molte volte di ispirazione orientale, alcune delle sue opere si trovano anche all'interno di Malga Panna e al Centro Visitatori di Paneveggio.
Come sempre l'accoglienza nel Ristorante è stata calda e affettuosa sia da parte della Titolare Signora Cristina che dal Sommelier Federico e dai ragazzi di sala; alcuni dei nostri amici non avevano mai avuto modo di apprezzare le portate proposte dallo Chef patron Paolo Donei, ma sono rimasti entusiasti dalle eccellenze degustate.
Una parte dei commensali ha preferito il menù "Suggestioni" così composto:
- Piccolo saluto di benvenuto dalla cucina
- Insalata tiepida di vitello, crudo di gamberi, maionese di sedano selvatico e gelato al rafano
- Malga ramen, saraceno, gabilo e porcini
- Tortelli con cagliata di latte fresco, ristretto di vitello e tartufo Trentino
- Filetto di cervo rosè in crosta di quinoa, asparagi, mela verde, basilico e ristretto di pinot nero
- in attesa del dessert.......
- La poesia dei fiori
- Insalata di fragole fresche e candite, pane caramellato, basilico, sorbetto ai fiori sambuco e gel di mela
- La nostra tisana di erbe spontanee, petite four e friandise.
con l'abbinamento dei seguenti vini:
- Chardonnay "Canopi" - Arcangelo Sandri
- Chardonnay "Masetto Dorè" - Endrizzi
- Rosato "RosaMara" - Costaripa
- Poggio Lombrone - Collemassari
- Riesling Auslese - Bender
- Moulin Touchais - Coteaux du Layon
- Moscato Rosa - Marco Donati
L'altra parte dei commensali ha preferito il menù "Tradizioni" così composto:
- Piccolo saluto di benvenuto dalla cucina
- Uovo fritto in crosta di polenta, spinaci, taleggio e tartufo Trentino
- Spatzle all'erba orsina, caprino fresco e infuso affumicato allo speck
- Coniglio del Bleggio al rosmarino, polenta croccante, carpaccio di melanzana, funghi e pesto di erbe spontanee
- in attesa del dessert.......
- Crema bruciata alla vaniglia, ragù di frutti di bosco e gelato alla panna
- Dolce alla liquirizia e olive (non ancora in menù)
- La nostra tisana di erbe spontanee, petite four e friandise
con l'abbinamento dei seguenti vini:
- Pinot bianco - Terlano
- Chardonnay "Masetto Dorè" - Endrizzi
- Schiava "Fass n. 9" - Girlan
- Pinot nero riserva - Niedrist
- Dulce Monastrell - Olivares
Dopo un pò di interessanti chiacchere con i titolari Paolo e Cristina, facendo i nostri complimenti al sommelier Federico per la cortesia e competenza dimostrataci, siamo ritornati "a valle" ai Masi di Cavalese lungo il torrente Avisio dove abbiamo incontrato il Mastro birraio Stefano Gilmozzi della nuova Birreria di Fiemme che ci ha intrattenuti con una piccola lezione sulla preparazione delle birre, in mezzo alle coltivazioni di luppolo, mostrandoci il suo stabilimento e naturalmente abbiamo "dovuto" degustare alcune delle sue specialità.
Naturalmente la cena in albergo è stata accompagnata non da vino, birra o grappe ma solo acqua pura di montagna nelle versioni liscia e gasata.
Ernesto Amaducci
Doveva essere una piccola gita tra amici fuori Bologna per stare un pò al fresco e si è trasformata in una vera e propria esperienza Gourmet.
17 giugno 2022 - l'inizio col botto è stata la visita della Cantina di Elena Walch a Termeno.
La storia della cantina inizia 150 anni fa, già nel lungimirante segno della eco-sostenibilità, ricavata dal sottosuolo in pietra naturale, è stata successivamente modernizzata e trasformata in una delle cantine private più belle e ricche di tradizione dell’Alto Adige. La visita è iniziata tuffandoci nella fresca atmosfera della cantina storica con le sue grandi botti in legno intarsiate per poi passare nei nuovi locali moderni, all’avanguardia per architettura e tecnica.
Non poteva mancare una degustazione di alcune eccellenze dell'azienda che ci sono state servite nel nuovo piccolo bistrot " Le verre capricieux" situato nel parco della tenuta:
Muller Thurgau 2021 - Rosè "20/26" 2021 - Gewurztraminer "Concerto Grosso" 2021 - Lagrein 2021 - Lagrein Riserva "Castel Ringberg" 2018.
Finita la degustazione non potevamo non fare una piccolissima deviazione per ammirare la splendida architettura della Cantina Tramin dalla quale si ha una vista meravigliosa sui vigneti, sulle montagne e sul lago di Caldaro.
Sorta nel 1898, la Cooperativa di piccoli proprietari coltivatori è oggi tra le cantine più premiate d’Italia per i suoi vini dall’inconfondibile ed elegante caleidoscopio olfattivo.
Il progetto architettonico pluripremiato firmato dall’architetto Werner Tscholl ultimato nel gennaio 2010 prende vita ispirandosi alla vite e alla sua morfologia.
Per il pranzo abbiamo scelto il Kurbishof una tipica Locanda Tirolese gestita dall'intera famiglia dell'ormai amico Hartmann Varesco a Guggal di Anterivo (paese famoso per il recupero di un prodotto di nicchia quale il lupino, utilizzato ora, dopo una tostatura, per aromatizzare grappe, birre e preparare un succedaneo del caffè).
Questa Locanda si conferma una certezza per la qualità dei piatti che spaziano dalla cucina tradizionale di Sara a quella creativa di Matias e tutto preparato con prodotti del territorio, per non parlare dell'utilizzo di erbe e verdure del bell'orto situato dietro casa.
Quando si ritorna in questo locale si è accolti non come clienti ma come amici da Hartmann e Angelica che gestiscono la sala e i vini in modo ottimale; per accompagnare le portate ci è stato abbinato un vino di loro produzione: il Solaris Quercu.
Dopo una passeggiata digestiva in questa bella frazione per conoscere dal vivo la pianta di lupino abbiamo proseguito per Cavalese dove abbiamo pernottato all'Hotel Lagorai situato in una bellissima posizione panoramica.
Ernesto Amaducci
Dopo aver avuto il benestare del Console Territoriale toscano, siamo usciti dalla nostra zona per visitare una Cantina che da tanto tempo desideravamo conoscere: la Cantina Antinori al Bargino di Siena.
E' inutile dire che è stata una bellisssima esperienza; la bravissima accompagnatrice Giulia ci ha guidato in un percorso architettonico, gustativo ed emozionale di grande impatto; ci ha fatto capire quanto la famiglia Antinori sia legata al suo territorio e con una grande passione per il vino fin dal 1385 (e da allora almeno un membro di ogni generazione si è dedicato alla coltivazione dell'uva).
Abbiamo ammirato da vicino diverse aree della struttura sia all'interno che all'esterno: l'iconica scala elicoidale, la vigna che ricopre il tetto della cantina, le zone di produzione del vino, lo spazio museale, la Vinsantiera. L'accesso riservato al piano di produzione attraverso migliaia di barriques ci ha condotto fino alla bottaia, l'area dedicata alle botti grandi.
E poi il momento clou.... all'interno di una sala a vetri sospesa con la vista su un mare di barriques abbiamo degustato 4 vini rappresentativi delle Tenute Antinori:
Cervaro della Sala - Umbria IGT (92% Chardonnay e 8% Grechetto),
Maggiarino - vino Nobile di Montepulciano DOCG (Sangiovese)
Pian delle Vigne - Brunello di Montalcino DOCG (Sangiovese)
Tignanello - Toscana IGT (75% Sangiovese - 15% Cabernet Sauvignon - 5% Cabernet Franc)
La visita si è conclusa al Ristorante "Rinuccio 1180" affacciato sulle colline del Chianti Classico dove altri 3 vini ci aspettavano per accompagnare il nostro pranzo:
Conte della Vipera (Sauvignon blanc - Sèmillon)
Guado al Tasso (Cabernet Sauvignon - Cabernet Franc - Merlot)
Muffato della Sala (Sauvignopn blanc - Grechetto - Sèmillon - Traminer - Riesling)
Nel fare un bilancio della lunga giornata devo dire che tutti gli amici Gourmet hanno manifestato grande soddisfazione per questa eccellenza italiana inaugurata il 25 ottobre del 2012 e costruita con materiali locali e con grande rispetto per l'ambiente e per il paesaggio toscano: è stata concepita per avere un basso impatto ambientale e un alto risparmio energetico; è praticamente invisibile dall'esterno se non per due lunghe fenditure orizzontali che attraversano la collina
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Per l'incontro del mese di maggio del Consolato di Bologna dell' U.E.G. è stato scelto il nuovo Ristorante ViVo di uno dei nostri Chef preferiti Vincenzo Vottero.
Alla serata ha partecipato la Signora Antonietta Mazzeo, Presidente dell'Associazione Donne del Vino dell'Emilia Romagna, Giornalista, Tecnico ed esperto degli Oli d'Oliva Vergini ed Extravergini, Sommelier, che ci ha illustrato, destando grande interesse da parte di tutti i presenti, alcuni progetti che ha ideato e che segue in prima persona.
In particolare Le abbiamo chiesto di parlarci di quello dedicato agli Istituti per il Turismo ed agli Alberghieri relativo alla formazione sul Vino; il Progetto D-Vino è stato voluto dall'Associazione Nazionale Donne del Vino ed ha l'obiettivo di portare più cultura e informazione enoica agli studenti raccontando le esperienze dirette di professioniste del settore (produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste).
L'esperienza pilota in 8 Istituti Alberghieri e Turistici di Emilia Romagna, Piemonte e Sicilia ha riscontrato grande entusiasmo presso gli studenti che hanno così scoperto sbocchi professionali che neanche immaginavano, specialmente nei settori più nuovi come la Wine Hospitality e in generale l'enoturismo, la comunicazione digitale, il Wine Management.
Ci ha parlato anche delle finalità del COER Consorzio Olio Extravergine di Oliva Emilia Romagna e del Movimento Turismo dell'Olio, anche questo può contribuire alla crescita economica Italiana visto l'importante numero di varietà di olive registrate (500) che il nostro territorio offre.
E' stato un piacere ascoltare una persona che riesce a trasmettere la passione per le attività che svolge, che fa meditare e incuriosire; a tal proposito speriamo di poter fare altri incontri più specifici nei prossimi mesi.
La nostra Console Nazionale Raffaella Le ha consegnato la brochure dei lavori per la Borsa di Studio Adelaide Masella che coinvolge alcuni studenti degli Istituti Alberghieri.
E' poi seguita la cena con i piatti del menù sottoriportato con l'abbinamento di vini d'Oltreoceano dell'Azienda Charles Smith Wines - Washington State.
Ringraziamo lo Chef Vincenzo Vottero, il suo staff e la sempre indispensabile Licia Mazzoni.
Come al solito Vincenzo ci ha stupiti piacevolmente con i suoi piatti creativi, genere che ai Soci di Bologna piace notevolmente.
Bella uscita nella campagna ravennate quella che noi Soci del Consolato di Bologna ci siamo concessi; poichè siamo sempre alla ricerca di prodotti poco conosciuti e di nicchia siamo andati a visitare a Bagnacavallo una vera realtà rurale dove una famiglia di viticoltori ha salvato dall'estinzione un vitigno assai particolare che riesce a produrre il vino Bursôn.
Il nome deriva dal soprannome dato alla famiglia Longanesi che negli anni '50 del novecento ebbero il merito di credere nella potenzialità di queste uve e di salvarle dall'estinzione.
E' vinificato secondo tradizione ed affinato successivamente in barriques.
Quando nel 1913 Antonio Longanesi acquistò quella che poi diventerà la proprietà della famiglia Longanesi, in un "roccolo" (area boscosa al limite dei fondi dove veniva praticata la caccia dal capanno), venne trovata una vecchia vite, abbarbicata ad una quercia, che veniva utilizzata come richiamo per gli uccelli.
Vista la rusticità della pianta e la notevole resistenza alle malattie fungine dei grappoli, la famiglia provò a produrre vino in casa, come tutti i contadini della zona. Si ottenne, con stupore, un buon prodotto che ebbe notevole successo anche fra gli amici, favorendo la diffusione del vitigno nella zona.
Nel 1956 si decise di piantare il primo vigneto di Uva Longanesi soprattutto per aumentare il grado alcolico degli altri vitigni presenti in azienda (Uva d’Ora e Canina). Ai nipoti Antonio e Pietro, che intuirono i suo potenziale, il merito di avere salvato e diffuso il vitigno.
Osservando un grappolo di uva Longanesi si nota che è compatto, di media grandezza, di forma allungata, ma soprattutto luminoso, opalescente. La buccia infatti è ricoperta da una spessa brina, cosa che rende subito riconoscibile il vitigno. Il vino Bursôn che si ottiene dall’Uva Longanesi è intenso, molto ampio e ricco e al palato offre grande consistenza, corpo e tannini poderosi.
Le analisi isoenzimatiche confermano che questo vitigno non assomiglia a nessun altro finora conosciuto. Dopo un lungo iter burocratico, nel 1999 è stato iscritto nell’albo dei vigneti col numero 357 come Uva Longanesi (in onore della famiglia che lo ha salvato) e dalla vendemmia 2007 può fregiarsi dell’attributo IGT (Indicazione Geografica Tipica). Dal 1998 viene prodotto il Bursôn (soprannome dei componenti della famiglia Longanesi), il cui nome è stato depositato e concesso in uso gratuito al Consorzio del prodotto tipico "Il Bagnacavallo" a tutela della sua tipicità.
Attualmente il Bursôn viene prodotto con il 100% di Uva Longanesi in due versioni: Bursôn etichetta blu e Bursôn etichetta nera. Il Bursôn Etichetta Blu non fa appassimento ma il processo fermentativo della macerazione carbonica è caratterizzato da freschezza di frutto, note di viole, prugne e pepe in sottofondo. Un vino molto piacevole da abbinare a grigliate di carne, lasagna al forno, stracotto di manzo, gnocchi al sugo di castrato. Il Bursôn Etichetta Nera, il vero campione, il vino più pregiato, proviene da uve fatte appassire e poi messo ad affinare per almeno due anni in fusti di legno. Il risultato è un vino di grande fascino, dal colore rubino tendente al granato. Ricco di note mature, prugne sotto spirito, cioccolato, liquirizia, erbe alpine e una struttura notevole, ma sempre composta ed elegante, con tannini scolpiti dall’affinamento nel rovere.
Il Bursôn Etichetta Nera si abbina a piatti di cacciagione, faraona al tartufo, pappardelle al ragù di cinghiale, stinco al forno con patate.
Il titolare di questa azienda il Signor Daniele Longanesi ci ha piacevolmente intrattenuto parlandoci oltre che del Bursôn e della sua vinificazione (ora viene anche spumantizzato con il Metodo Martinotti sia in versione bianco che rosato), anche mostrandoci la sua cantina.
Naturalmente la visita si è conclusa con la degustazione guidata di 6 vini e di una simpatica merenda.
Il 15 marzo 2022 noi Soci del Consolato di Bologna dell'Union Europèenne des Gourmets, insieme ad alcuni simpatizzanti, ci siamo ritrovati per una conviviale dal sapore prettamente famigliare ed amicale poichè siamo stati ospitati dal nostro Socio più giovane Giorgio Chiarli insieme al fratello Stefano nella loro bella Tenuta Santa Croce di Monteveglio.
I vini che abbiamo degustato provenivano dalle Tenute della famiglia Chiarli e sono stati abbinati ai piatti dello Staff della Trattoria del Borgo di Monteveglio alto, il cui titolare Paolo Parmeggiani ci ha fatto l'onore di iscriversi alla nostra Associazione.
Abbiamo molto apprezzato che Giorgio e Stefano abbiano voluto condividere con noi un brindisi con un calice di Lambrusco Metodo Classico Rosé 2014 della Riserva personale realizzato per celebrare il 160° anniversario dell'attività della Famiglia arrivata alla quinta generazione.
Per la presenza di questi due Soci, bravissimi esperti, si è parlato tanto di territorio ma non solo di vini, di cucina, di prodotti, ma anche di storia.
Alla fine della cena, a ricordo delle vacanze Trentine mie e di mia moglie, abbiamo degustato una Grappa resa particolare dal prodotto che la aromatizza: il Lupino tostato di Anterivo. A tal proposito Raffaella, il nostro Console Nazionale, ci ha fatto una piccola relazione sulla sua storia e le sue caratteristiche:
Il luogo di coltivazione è Anterivo in Val di Fiemme, la pianta ha dei bellissimi fiori blu a grappolo e curiose foglie (quasi piccole palmine) un pò villose; poi crescono dei baccelli che contengono pochi semi (2/3 raramente 4) che vengono tostati: nasce così il particolare Caffè di Lupini che viene preparato in infusione, NON contiene Caffeina nè Glutine.
L'Amico Hartmann Varesco (titolare della deliziosa Locanda Kurbishof a Guggal) ci ha raccontato che nel corso del '900 la coltivazione era quasi scomparsa poichè questo "caffè" dal gusto un pò amaro doveva essere corretto con sostanze dolci quali ad esempio miele o fichi; ma una Signora del luogo che continuava a piantare questi semi per la bellezza dei fiori, ad un certo punto nel 2004, divise i pochi semi che le erano rimasti con altri abitanti del paese (20 semi a testa a 20 persone interessate). Attualmente la produzione è ripresa e i pochi coltivatori uniti in un Gruppo di promozione di questo antico prodotto, sono orgogliosi di tenere in vita una parte di storia del loro bel territorio.
La coltivazione è eseguita tutta a mano in piccoli appezzamenti; la maturazione dei baccelli avviene progressivamente in circa 2-3 mesi, almeno una volta alla settimana bisogna passare tutte le piante per controllare se il baccello contiene i semi già maturi (vengono battuti a mano per sentire se all'interno "suonano" il che significa che il prodotto è pronto da raccogliere). La produzione è veramente di nicchia infatti si parla di un raccolto di 3/400 kg. in media.
Parte di questa produzione serve oltre che, alla preparazione del caffè, anche per produrre una Birra Aromatizzata e una Grappa; ed è proprio questa che assaggiamo; il produttore Signor Donei, titolare del Laboratorio Artigianale Infusi Naturali delle Dolomiti L'Ones, la prepara utilizzando una base di Grappa Naturale a cui aggiunge i semi tostati di Lupino lasciandoli in Infusione per alcuni mesi.
1° dicembre 2021, finalmente siamo riusciti a recuperare la Conviviale programmata per Aprile dello scorso anno avente per tema "i legumi" (argomento consigliato dal Consiglio Nazionale per tutti i Consolati).
Il locale scelto per questo incontro è stato quello della Chef patron Giovanna Guidetti dell' "Osteria la Fefa" di Finale Emilia dove ci siamo ritrovati già altre volte nel corso di questi ultimi anni apprezzandone sempre sia la location che la cucina; anche questa volta è stato così.
Il menù che è stato preparato per noi tenendo d'occhio il tema suggerito è stato il seguente:
Antipasto
- Sformato di Parmigiano Reggiano, prosciutto di Modena croccante, crema di piselli e cialda di formaggio
Vino in abbinamento:
Perpetuum Extra Brut Metodo Classico - Cantina Arunda - Meltina (BZ)
Primi
- Zuppa di lenticchie di Castelluccio di Norcia con briciole di cotechino
- Tagliatelle con fagioli in umido
Vino in abbinamento:
Friulano D.O.C. Friuli Colli Orientali 2020 - Cantina Livio Felluga - Brazzano (GO)
Secondo
- Medaglione di maialino con purè di ceci e salsa di mele campanine
Vino in abbinamento:
Refosco dal Peduncolo Rosso D.O.C. - Cantina Livio Felluga - Brazzano (GO)
Dessert
- Semifreddo alle arachidi tostate con salsa di cioccolato fuso caldo
La serata è stata gradevole e occasione anche per scambiarci gli Auguri Natalizi.
L'appuntamento sarà quindi per il prossimo anno sperando che riusciremo ad attuare i programmi che ho preparato.
Durante la Conviviale di ottobre noi Soci del Consolato di Bologna ed alcuni amici abbiamo degustato alcuni formaggi piemontesi ed ora, riallacciandosi al tema Piemonte, ci siamo ritrovati per un pranzo tutto dedicato a piatti e vini di questa splendida regione ricca di prodotti d'eccellenza.
I piatti che avevo scelto con lo Chef Alessandro Tavernier del Ristorante Il Cuoco di Latta di Bologna, piemontese DOC, sono stati molto apprezzati da tutti i presenti.
Anche i vini sono stati ben abbinati e una bella curiosità hanno riscontrato in generale ed in particolare:
- il Dolcetto d'Alba dell'Azienda Marcarini (pre-fillossera, assolutamente unico perchè uno dei rarissimi ed emblematici esempi di vite non innestata su piede americano; le uve provengono da un vigneto centenario, lasciato indenne dal flagello della fillossera in virtù del terreno parzialmente sabbioso e del particolare microclima);
- il Ruchè di Castagnole Monferrato "vigna del Parroco" dell'Azienda Luca Ferraris (il vino prende il nome dal piccolo vigneto vicino alla chiesa di Castagnole Monferrato, piantato da Don Giacomo Cauda nel 1964, Parroco del paese, considerato il padre del Ruchè, il primo a crederne le potenzialità e a vinificarlo in purezza; i grappoli utilizzati per questo vino provengono dalla prima vigna mai piantata interamente a Ruchè, nonchè la vigna più vecchia esistente al momento. Si tratta dunque dell'unico Cru esistente nella denominazione DOCG Ruchè di Castagnole Monferrato);
- e per finire un bicchierino di Barbera chinato "Calisaya" dell'Azienda Rovero (meno cosciuta del più noto Barolo chinato).
Ringraziamo lo Chef Alessandro, il Maitre Gianluca e tutto lo staff per la cortesia e professionalità che ci hanno dedicato durante tutta l'esperienza eno-gastronomica.
Ringrazio di cuore i miei Soci ed Amiciche ad ogni incontro sanno creare un'atmosfera amicale che contraddistingue il nostro Consolato.
Menù
Antipasti
- Vitello tonnato in salsa antica
- Lingua di razza Piemontese scottata con bagnet verde, topinamburg e sale fumé
Primo
- Ravioli del plin con Castelmagno d'alpeggio e santoreggia
Secondo
- Guancia di manzo al Nebbiolo con vellutata di patate del Roero e finocchio caramellato
Dessert
- Cuore caldo alla nocciola
Vini in abbinamento
Chardonnay delle Langhe D.O.C. 2020 Azienda Moccagatta - Barbaresco (CN)
Dolcetto d'Alba "Boschi di Berri" D.O.C. 2019 Azienda Marcarini - La Morra (CN)
Ruché di Castagnole Monferrato "Vigna del Parroco" D.O.C.G. 2019 Azienda Luca Ferraris - Asti
"Calisaya" Barbera Chinato Azienda Rovero - Asti
Dopo la pausa estiva e con ancora alcuni timori per la situazione sanitaria, finalmente i Soci e gli amici del Consolato di Bologna dell' U.E.G. sono tornati ad incontrarsi il 2 ottobre in una conviviale con tema "i formaggi".
Oltre ai piatti che ci ha proposto lo Chef Carlo Alberto Borsarini del Ristorante La Lumira a Castelfranco Emilia (MO), abbiamo avuto come ospite l'esperto Roberto Guermandi dell' Angolo della Freschezza di Cadriano (BO) che ci ha guidato a fine pasto in una degustazione di alcuni formaggi piemontesi.
Bello il clima che si è creato tra i partecipanti e, a detta di tutti, ottimi i piatti/vini e i formaggi degustati; ringraziamo questi due giovani professionisti per averci dedicato il loro tempo e soprattutto il calore con il quale ci hanno accolti; anche il servizio di sala è stato degno di nota grazie alla padrona di casa Signora Concetta.
(1 con lardo e parmigiano 24 mesi Le Canevacce, 1 con squacquerone Valsamoggia)
Fonduta di Raviggiolo con estratto di rapa e cavoletti
Tortelli di ricotta al guanciale
Coniglio alla Lumira con polenta fritta
Formaggi Piemontesi
Crema al Mascarpone Valsamoggia con liquirizia e tenerina
Pignoletto Superiore Vecchie Vigne 2019 "Azienda Isola" Monte San Pietro (BO)
Nebbiolo Langhe 2018 "Tenuta Massara" Verduno (CN)
Castel Beseno Moscato giallo 2018 Trentino Superiore Doc "Cantina Aldeno" (TN)
DESCRIZIONE Particolare formaggio piemontese d'alpeggio prodotto con latte vaccino crudo
ASPETTO La crosta è di colore ambrato o marrone chiaro, abbastanza spessa, la pasta è di colore giallo paglierino carico a volte con riflessi verdognoli, con occhiatura media e irregolare
SAPORE Leggermente erbaceo, con sensazioni animali e lattiche
STAGIONATURA Almeno 6 mesi
PRODUTTORE Luigi Guffanti 1876 - Arona (NO)
SELEZIONATO PERCHÈ Anche se può essere consumato dopo 60 giorni, noi lo proponiamo con una stagionatura più importante, in modo da poter aprezzare appieno le caratteristiche sensoriali
CURIOSITÀ Con il nome 'Bettelmatt' si identifica fin dal XIII secolo, epoca della colonizzazione walser della fascia subalpina, un formaggio di eccellenza che veniva utilizzato come merce di scambio, per il pagamento di canoni d'affitto o concessioni d'alpeggio oppure tasse, ma non solo. Il nome Bettelmatt, infatti, pare derivi da battel che significa questua, quindi era senz'altro utilizzato per forme di beneficenza, l'unione a matt, che in tedesco significa pascolo, rende chiaro il significato del nome come 'pascolo della questua'.
Formaggio a latte crudo misto dalla forma di torta nuziale, Presidio Slow Food
DESCRIZIONE; Formaggio prodotto con latte misto vaccino, ovino e caprino crudi
ASPETTO La crosta inizialmente è liscia e umida e poi, con la stagionatura, diventa più asciutta e rugosa; il colore va dal bianco al giallo paglierino. La pasta è liscia o leggermente occhiata, di colore bianco in varie sfumature
SAPORE Al naso sono presenti leggere sensazioni animali e note speziate. In bocca, all'inizio della degustazione, è tendenzialmente latteo e burroso, mentre nel finale si sentono note di castagna accompagnate da sfumature erbacee e sulfuree
STAGIONATURA Almeno 20 giorni
PRODUTTORE CASEIFICIO TERRE DEL GIAROLO - FABBRICA CURONE (AL)
SELEZIONATO PERCHÈ Un formaggio a cui siamo molto affezionati e una chicca casearia assolutamente immancabile nella nostra selezione!
CURIOSITÀ Nel 1999 il Montàbore diventa Presidio Slow Food e tutto il mondo caseario parlò del 'miracolo del formaggio resuscitato' perchè da ormai molto tempo non veniva più prodotto
SUGGERIMENTI DI UTILIZZO Può essere proposto a tutto pasto oppure ottimo anche per il ripieno della pasta fresca o per mantecare il risotto; da provare in abbinamento a nocciole, fichi, ciliegie in agrodolce o uva rosata
DENOMINAZIONE PRODOTTO: ROBIOLA BOSINA
INGREDIENTI: LATTE vaccino pastorizzato, LATTE ovino pastorizzato, PANNA pastorizzata, sale, caglio. Origine del latte: ITALIA
DESCRIZIONE: formaggio leggermente stagionato a pasta molle, privo di occhiature, con crosta edibile bianca/giallo paglierino, peso 250g circa, forma quadrata di lato 11cm circa e altezza 3cm circa.
SHELF LIFE: 50 giorni dalla data di confezionamento
TABELLA NUTRIZIONALE (valori nutrizionali medi per 100g di prodotto)
VALORE ENERGETICO Kcal 321
VALORE ENERGETICO Kjoule 1329
GRASSI TOTALI g 28 di cui ACIDI GRASSI SATURI g 14
CARBOIDRATI g 1,3 di cui ZUCCHERI g <0,1
PROTEINE g 16
SALE g 0,90
CONSERVAZIONE: conservare a +4°/+8° C.
ALLERGENI: latte
STABILIMENTO DI PRODUZIONE: Via Provinciale 17 – Bosia (CN)
DENOMINAZIONE PRODOTTO: BLU DI LANGA
INGREDIENTI: LATTE vaccino pastorizzato, LATTE ovino pastorizzato, LATTE caprino pastorizzato, PANNA pastorizzata, sale, caglio.
Paesi di mungitura: Italia (latte vaccino e ovino), Spagna (latte caprino).
Paese di trasformazione: Italia
DESCRIZIONE: formaggio erborinato stagionato a pasta molle bianca con striature blu/verdi, privo di occhiature, con crosta non edibile blu/verde, peso 1kg circa, forma cilindrica di diametro 18cm circa e altezza 8cm circa. Il prodotto rispetta la normativa vigente nazionale ed UE
SHELF LIFE: 55 giorni dalla data di confezionamento
TABELLA NUTRIZIONALE (valori nutrizionali medi per 100g di prodotto)
VALORE ENERGETICO Kcal 349
VALORE ENERGETICO Kjoule 1444
GRASSI TOTALI g 30 di cui ACIDI GRASSI SATURI g 21
CARBOIDRATI g 1,6 di cui ZUCCHERI g 1,6
PROTEINE g 19
SALE g 1,25
CONSERVAZIONE: conservare a +4°/+8° C.
ALLERGENI: latte
Ingredienti: Latte di Pecora italiano 49,3%, Latte di Vacca italiano 49,3%, sale marino, caglio animale di vitello, ricoperto in superficie da foglie di castagno non edibili.
Il Formaggio con le Foglie di castagno Beppino Occelli è un grande prodotto frutto dell’inventiva di uno dei più grandi affinatori dell’intero panorama caseario italiano Beppino Occelli; quest’ultimo seleziona con cura formaggi a latte misto, della tipologia dei testun, ovvero formaggi a latte misto bovino-ovino o bovino-caprino, prodotti artigianali dell’Alta Langa; che vengono portati a stagionare negli splendidi locali sotterranei di stagionatura di Pamparato, qui i testun vengono posti a stagionare con estrema cura per un periodo di circa novanta giorni, poi vengono portati a Farigliano nello stabilimento di Beppino Occelli, lì saranno completamente scrostati ed immersi in barrique colmi di foglie di castagno umide, opportunamente lavate e macerate dove rimarranno il tempo necessario affinchè il formaggio recepisca la colorazione ed il grado di acidità caratteristico, successivamente alcune di queste foglie verranno poi usate per guarnire il prodotto finito.
Il Formaggio con le Foglie di castagno Beppino Occelli è un formaggio di tipo “Cusiè”, nel dialetto di Langa vuol dire semplicemente “è così” o anche “quel che c’è”, è una parola che sta ad indicare i formaggi che si ottengono mescolando due o tre tipi di latte ed i formaggi prendono il nome del latte che prevale; poi, stagionano per almeno 15/18 mesi; infine, i Cusiè riposano e si affinano per altri 2 o 3 mesi nelle foglie di tabacco o di castagno, nel fieno, nel malto d’orzo.
Il Formaggio con le Foglie di castagno Beppino Occelli è un formaggio prodotto con latte di vacca e di pecora che pascolano liberamente, stagionato per un anno e mezzo su assi di legno con un’elegantissima affinatura nelle foglie di castagno che sprigiona un profumo deciso ed inconfondibile che è perfettamente riconoscibile all’ assaggio.
Allergeni: contiene LATTE e prodotti a base di latte (Compreso il Lattosio)