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“La Cipolla di Isernia: Una Serata di Celebrazione dei Sapori Tradizionali e della Valorizzazione del Territorio”
Isernia, 29 giugno - Nella suggestiva cornice del ristorante Marantò, si è tenuta una serata indimenticabile dedicata alla cipolla di Isernia, intitolata “La regina dell’orto… la cipolla di Isernia”. L’evento è stato organizzato dall’associazione Union Europeenne des Gourmet Consolato del Molise, in collaborazione con l’AIS - Associazione Italiana Sommelier Molise, per celebrare il prodotto tradizionalmente protagonista della più famosa fiera cittadina.
La serata è stata un omaggio alla tradizione culinaria locale, dove ogni piatto, dall’antipasto al dolce, ha visto la cipolla di Isernia come ingrediente principale. Ma non solo: per creare un’esperienza enogastronomica completa, sono stati abbinati vini pregiati provenienti da vigneti a piede franco, selezionati con cura per offrire una degustazione dal sapore ricercato e ancestrale.
L’importanza di valorizzare i prodotti tipici del territorio è fondamentale per preservare le tradizioni che rappresentano l’identità e la storia di una comunità. La cipolla di Isernia, con la sua fama consolidata nella regione, ha fatto sì che questa conviviale diventasse un momento imperdibile per gli amanti della buona cucina e dei prodotti locali.
Durante la serata, alcuni esperti del territorio hanno arricchito l’evento attraverso curiosità e informazioni per conoscere la varietà di cipolla più tipica del territorio pentro, nata da una selezione negli anni ad opera dei contadini del posto e che recentemente ha rischiato di scomparire. Il dottor Roberto Ferrante, agronomo di comprovata esperienza, ha rivelato al pubblico presente accorgimenti e tecniche proprie di quest’antica coltivazione. La dott.ssa Anna Russo, biologa e sommelier, ha approfondito invece gli aspetti più nutrizionali e salutistici che rendono unica la cipolla bianca di Isernia, attraverso un confronto con la più nota cipolla rossa di Tropea e la ramata di Montoro. La minore concentrazione di particolari sostanze, quali i flavonoidi, la caratterizza come più dolce, dal gusto meno pungente e ne potenzia numerosi effetti benefici che ad essa si associano. Preziosa alleata per la salute e apprezzabile ingrediente in cucina. Resiste bene alle alte temperature e può essere gustata anche cruda.
Per finire, il presidente dell’AIS Molise, Carlo Pagano, ha guidato gli ospiti in un viaggio sensoriale dall’effetto sorprendente, enfatizzando le singole note di ogni vino e presentandone le caratteristiche più peculiari, a partire dall’eccezionale provenienza da vitigni cosiddetti a piede franco.
Questo evento ha dimostrato che la valorizzazione dei prodotti tipici può andare ben oltre la semplice promozione commerciale, diventando una vera e propria celebrazione delle radici culturali di una comunità.
L’iniziativa ha suscitato grande entusiasmo e consapevolezza dell’importanza di preservare e valorizzare le tradizioni locali. Grazie a eventi come questo, le comunità possono riscoprire la ricchezza dei loro prodotti tipici e riappropriarsi delle proprie radici culinarie. È un’opportunità per i giovani di apprendere le antiche tecniche e per gli adulti di rivivere i sapori autentici che fanno parte del patrimonio gastronomico locale.
Giovedì 29 giugno, alle ore 20.30, il Consolato del Molise organizza una cena evento per celebrare la cipolla di Isernia e la Fiera centenaria che si tiene in città. I piatti con protagonista la “regina dell’orto” saranno abbinati a vini da vigneti a piede franco. Con la collaborazione dell'AIS, Associazione Italiana Sommelier, saranno abbinati straordinari vini ottenuti da vigneti sopravvissuti all’attacco della fillossera, una vera rarità.
Menu e abbinamenti
* Apetizer con onion rings e anelli di cipolla in tempura
* Entrée con zuppa di cipolla classica alla francese e cipolla bianca di Isernia
° Vallée d'Aoste DOC Blanc de Morgex et de la Salle Spumante E. B. X.T. 2019 Cave Mont Blanc
* Mezzi ziti alla genovese
° Lambrusco Foglia Frastagliata 2022 Vallarom
* Bocconcini di agnello bardati con cipolla bianca di Isernia in doppia consistenza
° IGT Isola dei Nuraghi Bovale Ciu' Roussu, Tanca Gioia 2021, U tabarka
* Semifreddo alla cipolla bianca di Isernia su caramello di cipolla rossa di Tropea
° Samos DOC Moscato Passito Nectar, 2010, Cooperativa Viticoltori di Samos
Interverranno: Dott. Ferrante, Agronomo; Dott.ssa Russo, Biologa
La conviviale in programma il 18 marzo avrà l'intento di aprire una serie di approfondimenti e di riflessioni sul tema del vitigno e dei meleti autoctoni. Per l'occasione è previsto l'intervento del Sindaco di Castel del Giudice dott. Lino Gentile che, in qualità di esperto, ci parlerà dei progetti messi a frutto nel suo territorio, delle sperimentazioni agricole in atto e di ciò che è prossimo a realizzarsi perfezionando idee modello di geniale operosità.
L’agronomo dott. Michele Tanno, che opera in stretto rapporto con la compagine operativa locale, dopo la relazione sui vitigni autoctoni molisani, descritti anche in base alle ricerche in corso, e sugli attuali impianti di meli di antica memoria da lui rinvenuti in Molise, ci condurrà lungo i filari per assistere alla potatura e all’innesto degli alberi dai dolci pomi, e ne farà la storia.
Visiteremo anche Borgotufi, esempio di albergo diffuso di successo. Lì sosteremo per il pranzo curato per noi da Il Ristorante del Borgo.
Abbiamo scelto la cittadina di Termoli, piccola perla dell’Adriatico, per l'incontro conclusivo dell'anno 2022, al quale hanno partecipato, con nostro grande piacere, soci Gourmet provenienti dai consolati territoriali di Bologna-Modena-Ferrara-Reggio Emilia, di Pescara e di Lanciano, dal vicino Abruzzo. La conoscenza del territorio, delle sue risorse culturali e artistiche, è un momento irrinunciabile e fondamentale per la ricerca del gusto. Prima del pranzo, com’è nostra prassi, ci dedichiamo perciò alla visita della città e del suo incantevole borgo antico, accompagnati dall’esperta guida dell’associazione Turismol. Al termine della passeggiata, il nostro incontro prosegue presso il Ristorante Cian dal 1976, in San Giacomo degli Schiavoni, per il pranzo augurale in occasione delle prossime festività natalizie. Qui siamo stati deliziati con piatti preparati secondo un menu rigorosamente a base di pesce, che onora molto bene la tradizione locale. Va precisato che la pesca è un’attività relativamente recente per questa zona a maggiore vocazione agricola. Siamo nella costa denominata “dei trabocchi”, dove in passato si effettuava soprattutto una pesca in rete. Il pesce raccolto era destinato quasi esclusivamente alla vendita. Solo quello rimasto invenduto, gli esemplari più piccoli e meno pregiati, i rimasugli impigliati nella rete, potevano essere utilizzati nelle cucine dei pescatori locali. Di qui l’origine di piatti quali “U’ vredette di Tornola”, il brodetto alla termolese, che è la famosa zuppa preparata con pesce fresco e misto, come cicale, sogliole, mazzancolle, triglie, calamari, scorfani, merluzzi, seppioline, insaporita con pomodori, aglio, prezzemolo e peperone verde. Un piatto gustoso, frutto dello scambio di prodotti tra contadini e pescatori, come ci ha spiegato il signor Bruno Lanzone, fondatore del ristorante divenuto oggi di proprietà della figlia Miriana, chef e anima del locale. Il signor Bruno, in qualità di esperto, si intrattiene piacevolmente in sala con noi per raccontarci anche la storia della sua famiglia e della sua attività. Proseguiamo con lui la chiacchierata e affrontiamo il tema del pesce, ancora nell’ottica di un confronto tra i due versanti dell’Adriatico e del Tirreno. Con la certezza del buon intenditore, ci conferma che la differenza è determinata dalla presenza di fondali e scogli: quasi assenti sulla costa adriatica, prevalentemente sabbiosa ad eccezione della zona del Gargano; al contrario, fondali rocciosi e profondi caratterizzano fortemente la costa del Tirreno. Ma ancora, fattori climatici ed atmosferici, ricircolo dell’acqua e maggiore apporto di acqua dolce da parte dei fiumi, tutto questo rende i due mari opposti e per ciò stesso il pesce, pur nella stessa varietà di specie, ha indubbie differenze qualitative. Il pesce varia e può avere un sapore diverso non solo in base alla zona ma anche in base alla stagione. Si porta ad esempio proprio il brodetto di zuppa che, sebbene sia un piatto comune per tutte le città di mare, da nord a sud, da un versante all’altro, in base al pesce usato rivela sempre un sapore diverso.
La selezione dei vini ad opera della nostra esperta sommelier Giovanna Di Pietro è stato particolarmente apprezzato, tanto più perché di ognuno abbiamo ascoltato la storia del successo aziendale delle cantine produttrici, dettagli inerenti alle proprietà aromatiche e alle caratteristiche dei singoli vini, con le opportune indicazioni per i più corretti abbinamenti. E con i calici in alto abbiamo brindato insieme, scambiandoci gli auguri a Natale come vuole la nostra tradizione. Il rito degli auguri è un momento di rinnovamento culturale, che ci riconnette con l’antico rituale dalle origini lontanissime, risalenti fino all'epoca romana, quando al giungere del solstizio invernale si celebravano i Saturnali, ossia le festività dedicate al dio Saturno, dio dell’agricoltura, dell’abbondanza e della ricchezza. Con questo scambio di auguri e di doni abbiamo voluto rafforzare lo spirito di coesione con i nostri ospiti speciali che, con simpatia e coinvolgimento, hanno contribuito a rendere indimenticabile questa giornata.
Nel periodo della fioritura autunnale, con la nostra Associazione Union Européenne des Gourmets Consolato del Molise, siamo andati a conoscere da vicino la filiera di produzione dello zafferano prodotto e coltivato sull’Altopiano di Navelli. Noto sin dall'antichità per le sue molteplici proprietà salutari, lo zafferano è una spezia diffusa e apprezzata in tutto il mondo e particolarmente pregevole è considerato proprio lo zafferano DOP d'Abruzzo. Chiamato anche "oro rosso" per la sua colorazione nonchè per la sua preziosità; raggiunge un elevato costo perché è di buona qualità, costo che è determinato dai tempi di raccolta e dalla modalità di lavorazione interamente manuale. Si pensi che in media occorrono ben 200 fiori per ottenere un solo grammo di polvere di zafferano. Il delizioso aroma deriva dal solo pistillo racchiuso tra i petali viola del fiore Crocus sativum, la cui coltivazione è presente maggiormente in Asia minore, ma è coltivata con successo anche in Italia. Grazie alla coordinazione tra le realtà locali, è stato possibile partecipare direttamente alla raccolta dei crochi nelle prime ore del mattino, cioè prima che il sole schiuda le corolle e alteri le proprietà della piantina. Le operazioni sono proseguite con la sfioratura, l'asportazione dei tre stimmi rossi che, una volta tostati, possono essere confezionati interi o ridotti in polvere per un uso più immediato. Coltivazione annuale, preparazione del terreno, raccolta, sfioratura, essiccatura su brace e ancora conservazione e distribuzione del prodotto. Ogni passaggio è definito attraverso un rigido disciplinare, al fine di garantire un preparato purissimo e naturale, senza aggiunta di alcuna sostanza. Dietro ogni prodotto di eccellenza c'è un percorso storico preciso, che riguarda la peculiarità di un territorio e dei suoi abitanti. Di questo e di tante altre cose abbiamo parlato con Massimiliano e Lina, rappresentanti della Coop. Altopiano di Navelli, attivissima sia nella produzione che nella promozione del suo zafferano. Con loro che ci hanno ben accolti, abbiamo condiviso momenti lieti, in un viaggio nella storia che ha inizio nel medioevo e arriva fino ai nostri giorni. Sorseggiando una calda tisana allo zafferano dal delicato aroma diffuso, nelle sale dei suggestivi locali dell’ex convento quattrocentesco di S. Antonio da Padova, abbiamo discoro sull’eccezionalità della coltivazione locale del prodotto, praticata in un territorio al limite delle caratteristiche bioecologiche. Se fosse stata spontanea non si sarebbe mai potuta radicare nel freddo ed umido Abruzzo aquilano, eppure proprio qui, per la peculiarità del suo terreno, ha trovato un ambiente adatto alla sua coltivazione. Dopo un pranzo servito presso la sede della Cooperativa: con antipasto di salumi locali, formaggi e ricotta con zafferano, a seguire pennette allo zafferano, salsiccia e patate aromatizzate con lo zafferano, bignè con crema allo zafferano, ci siamo riuniti in cucina, attorno al camino, per assistere all’operazione di essiccatura degli stimmi sulla brace. La durata è inferiore al quarto d’ora e richiede attenta supervisione. Una procedura rigorosa ma svolta con grande semplicità da tutte le famiglie del posto. In questi luoghi abbiamo perciò percepito tutto l'onore e la fierezza di una comunità che combatte la dispersione attraverso l'affermazione della sua tipicità. Abbiamo testato come un piccolo luogo possa diventare protagonista della storia del suo tempo e del suo territorio. Come il commercio, gli interessi, i gusti mettano in moto le persone, unendo epoche e terre lontane.
Alcuni consigli utili per visitare l’azienda:
- è possibile effettuare la raccolta dei fiori all'alba o nel primo mattino
- si può prenotare il pranzo con menù a base di zafferano presso la sala da pranzo della sede della Cooperativa Navelli. Si tenga conto che è un locale dalla connotazione domestica e dalla speciale ambientazione familiare. In alternativa è possibile prenotare pranzi a tema anche nei ristoranti e trattorie del posto previo accordo con gli organizzatori
- la cooperativa mette a disposizione una guida del posto per visitare il borgo di Civitaretenga, con il suo ghetto ebraico e i vicoli del centro storico
- è possibile acquistare il prodotto confezionato nell'esercizio dedicato allo shop
- spostandosi, a soli pochi chilometri di distanza, nella frazione di Bominaco, si può ammirare la bellezza degli affreschi dell'Oratorio di San Pellegrino, definita la Cappella Sistina d'Abruzzo, e la Chiesa di S. Maria Assunta. Tappa imperdibile.
Primo degli incontri sul tema del confronto tra il pesce dell'Adriatico e il pesce del Tirreno. Siamo in provincia di Napoli, a Bacoli, nota località marina da cui è possibile imbarcarsi alla volta delle isole di Ischia e di Procida. Dopo una visita al sito archoelogico della Piscina Mirabilis, nel cuore dei Campi Flegrei, ci rechiamo per l'appuntamento dei Gourmets presso il ristorante "La Fontanina al mare", con accesso diretto sulla spiaggia. Ad accoglierci il responsabile di sala Mimmo, ben disposto ad elargire suggerimenti utili a riconoscere un pesce fresco e di qualità. Partendo da alcuni luoghi comuni, che vorrebbero il pesce del litorale tirrenico come più sapido e nutriente, in un duello a tavola con il pesce dell'Adriatico che non trova mai fine, ci soffermiamo sul pescato più caratteristico della zona. Profondità delle acque, caratteristiche del fondale e della costa, presenza di particolari alghe e microrganismi acquatici, ma anche utilizzo di accurate tecniche di pesca volte a preservare la biodiversità, sono tutti elementi determinanti la fauna ittica di questa porzione di mare.
Dopo una breve presentazione della cucina tipica e delle sue ricette più discusse, il pranzo prosegue con l'assaggio di piatti creativi e semplici, accompagnati da un'ottima Falanghina dei Campi Flegrei. Da segnalare particolarmente gli squisiti Sedanini alla genovese di tonno.
Di seguito il menu proposto
Menu
Antipasto
Antipasto misto freddo di mare servito con alghe in pastella
Primo
Genovese di tonno
Pasta “Vesuvio” con cozze, peperoncini verdi, cacio e pepe
Secondo
Frittura di paranza
Contorno
Insalata dell’Orto
Frutta e dolce
Composizione di frutta mista
Dolci tipici
Vini
Falanghina Sibilla
Ore 10.00 visita guidata al Salumificio Iallonardi, sito a Isernia in via Pietro Patriarca n. 26. Il titolare dell'azienda, Mario Iallonardi, ha presentato a noi visitatori il ciclo di lavorazione dei prodotti, aprendo le porte dei locali di produzione. L'azienda Iallonardi è presente sul terrritorio sin dal 1952 ma si richiama ad una tradizione centenaria di lavorazione del suino, attraverso ricette e metodi artigianali tramandati, che si coniuga sapientemente alle più innovative tecniche del settore agroalimentare. Disossatura, mondatura e taglio delle carni sono effettauti a mano, mentre macinatura e insaccatura avvengono con l'utilizzo di macchinari. L'azienda oggi ha intrapreso un nuovo percorso che punta ad alzare il profilo qualitativo della sua produzione artigianale. Ricette tramandate di generazione in generazione eseguite con tecniche innovative, attenzione alle nuove richieste del settore e alle esigenze dei consumatori, selezione e ricerca delle materie prime da utilizzare in tutto il ciclo produttivo. In questa speciale formula è contenuta la capacità evolutiva di questa piccola e speciale realtà nostrana, della quale abbiamo potuto apprezzare tutti i suoi prodotti attraverso una degustazione guidata e davvero golosa.
Ore 12.30 pranzo presso il ristorante Saporito - Contadini in cucina, in Castel San Vincenzo, piazza Umberto I n. 13. Continua il viaggio alla scoperta dei salumi, attraverso un percorso di gusto con un menu squisitamente a tema, con piatti d'ispirazione della cucina tipica molisana a base di salumi e di carne di provenienza locale, di cui l'azienda Iallonardi è il principale fornitore.
ore 17.00 Conversazione in riva al lago nel parco naturalistico Oasi delle Mainarde, in compagnia del dott. Michele Picirilli il quale, in veste anche di produttore e titolare dell'impresa Ventricina & Dintorni, con sede in Roccaspinalveti (CH), senza poter dismettere i panni di agronomo e docente presso l'Istituto Alberghiero "San Francesco Caracciolo di Agnone", ci ha fatto conoscere il suo prodotto di punta: la pregiatissima Ventricina. Con lui abbiamo parlato anche di allevamenti, di biologico, di mangiare sano, di tecnologia alimentare e rispetto delle tradizioni. Tutti argomenti che interessano sempre di più i consumatori attenti, desiderosi di conoscere la filiera produttiva dall'origine e in tutti i suoi passaggi.
Posto su una suggestiva terrazza naturale con vista sul lago di Occhito, immerso in quella "macchia" che cede il nome al territorio del Valfortore, l'agriturismo "Aia della foresta" apre le sue porte ai soci ed agli amici dei Gourmet del Molise, per ospitare l’incontro a tema “Tintilia a confronto”. Cucina tradizionale, genuina e spontanea. Pietanze cucinate con prodotti del posto, provenienti da colture ed allevamenti locali o di produzione propria. Salumi, formaggi, verdure stagionali, pasta rigorosamente fatta in casa e carni arrostite. Tutto ha il gusto di antichi sapori e di saperi lontani, di campagna e di buone pratiche alimentari. Ogni piatto si abbina alla perfezione con il protagonista della nostra giornata: la Tintilia, il vino rosso molisano ottenuto dal vitigno autoctono per eccellenza. A parlarne due appassionati esperti, promotori e testimoni diretti della crescente qualità della produzione enologica molisana: Pasquale di Lena, agronomo di acclarata fama, e Michele Lauriola, titolare della pluripremiata cantina Herero.
Di Lena, intervenuto per una ricostruzione storica del vitigno, ha ricordato alla platea come l'identità di un luogo abbia la sua base imprenscindibile nel territorio, il terroir, che proprio nell'espressione delle sue particolari caratteristiche, rivela al meglio la sua inconfondibile unicità. La preoccupante perdita della ricchezza del suolo, quale conseguenza diretta di un sistema predatorio e distruttivo, indefinito e senza limiti, richiede alle imprese un nuovo impegno: la conservazione e la salvaguardia della biodiversità. Il riconoscimento che la qualità è tutt'uno col territorio, luogo per eccellenza di produzione del cibo, sottoscrive potenzialità interessanti sia sul piano strettamente commerciale che su quello culturale. E’ il caso della tintilia, la pianta introdotta nella regione intorno alla seconda metà del Settecento, ad opera dei soldati borbonici. Diffusa in molte zone, specialmente per la sua capacità di “tingere” di rosso il vino ottenuto in unione con altre tipologie di uva, la sua coltivazione fu gradualmente abbandonata per la bassa resa e sostituita con uve più produttive, fino quasi alla sua completa scomparsa. Quelli che fino a qualche decennio fa si consideravano fattori negativi, bassa resa e scarsa produttività, oggi costituiscono invece gli elementi fondanti della sua storia di riscatto e di successo, allorché, grazie alla tenacia di alcuni studiosi e alla visionaria determinazione di viticoltori locali, la tintilia è rientrata come legittima protagonista nel patrimonio vitivinicolo molisano. Di tutto questo e della sua singolare esperienza, ci ha parlato Michele Lauriola, economista di professione, agronomo e vignaiolo per passione, il quale ha fondato con sua moglie, Concetta Fornaro, una cantina che si presenta come una piccola realtà vinicola molisana ad elevato standard qualitativo. "Herero", come il nome del popolo africano che ha condotto l’eroica resistenza in Namibia, è il nome scelto per rappresentare i valori dell’azienda, la quale ha aderito al programma di sviluppo della “viticoltura eroica”, promosso dall’ente internazionale CERVIM - Centro di Ricerca, Studi, Salvaguardia, Coordinamento e Valorizzazione per la Viticolura Montana. Situata nella località di Toro (CB), "città del vino" a soli pochi chilometri dal capoluogo Campobasso, posta a 550 metri s.l.m., la superficie vitata dell’azienda Herero si sviluppa con una pendenza superiore al 30%, attraverso un sistema agricolo a terrazze e a gradoni. La filosofia aziendale, che da sempre rivela un’attenzione particolare per l’ambiente, grazie all’utilizzo consapevole dell’innovazione tecnologica, messa a supporto delle tecniche più tradizionali di coltivazione manuale, punta a ottenere prodotti originali dalle elevate qualità organolettiche, che sanno come farsi notare e apprezzare dagli estimatori e dagli appassionati del settore. Vini forti, potenti ed eleganti, cui sono stati conferiti prestigiosi premi, ciascuno dei quali racconta un Molise che resiste, che ha una storia ancora da scoprire e molti progetti in serbo, ancora da realizzare. La degustazione delle Tintilie della cantina Herero ci ha restituito, in questo modo, l'inconfutabile certezza che in ogni prodotto entrano in gioco diversi fattori, tutti fondamentali per la sua caratterizzazione.
L’evento si è concluso con un brindisi, nel segno della gioia conviviale che ha riunito tutti i presenti in un viaggio attraverso la conoscenza di questa piccola regione, luogo di incontri e di scambi continui tra i popoli, come testimonia tutta l'area del Fortore, sul cui specchio d’acqua si riflettono le colline che separano naturalmente il Molise dalla Puglia. La leggenda narra che in questi luoghi avvenne lo scontro tra i Punici e i Romani. Di certo alcuni reperti archeologici testimoniano il passaggio di antichi popoli. E a questa narrazione noi vogliamo credere, se non altro come testimonianza di un interesse per il territorio che non è solo di ordine paesaggistico ma anche storico e culturale insieme.
Carissimi Gourmets,
come vi è stato preannunciato dalla nostra associata Rita Pia D'Ippolito, venerdi 22 giugno, con appuntamento alle ore 19,00 in P.zza A. D'Isernia (Cattedrale), è stato programmato un incontro dei Gourmets del Consolato del Molise che si svolgerà successivamente presso il Pastificio - Laboratorio Artigianale di Domenico Antenucci sito in C/da Fano di Isernia. Il tema dell'incontro verterà su: esame qualitativo delle farine; impasto a mano della pasta con la semola di grano duro; ripieni e condimenti. Al termine della riunione di lavoro seguirà una cena presso il Ristorante "L'Agfresco" di Isernia dove degusteremo vari piatti preparati con le specialità del citato pastificio artigianale accompagnati da altrettanti vini delle nostre aziende molisane, selezionati dalla nostra pregiata Sommelie Giovanna Di Pietro. Per esigenze logistie, si prega voler dare un cenno di riscontro. È possibile la partecipazione di eventuali ospiti.
Grazie. Il segretario Mario Papili.
1) partenza in gruppo dalla piazza della cattedrale alle ore 18:30 per raggiungere il laboratorio produttivo di ANTENUCCI;
2) al termine rientro ad Isernia presso il ristorante l’Affresco dove, durante l’aperitivo, verranno illustrati i criteri di abbinamento pasta-sugo;
3) avremo poi la cena che rappresenterà l’esperienza pratica. Per ogni piatto sarà descritto L’abbinamento pasta-sugo e di come il vino è stato scelto per la giusta armonia.