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Biotestamento. Le associazioni e la nuova legge: no al diritto alla morte

Sigle ecclesiali e non «contro la rassegnazione». La richiesta di modifiche nella prossima legislatura e l'appello: «Guardate ai veri bisogni delle famiglie che assistono»

 

Tra le associazioni del mondo cattolico, seppure con diverse sfumature, prevale la preoccupazione per il pericoloso concetto di “diritto alla morte” che la legge sul fine vita potrebbe introdurre in modo implicito ed esplicito nell’ordinamento nazionale. Più in generale, i commenti esprimono “profonda amarezza” per la scelta di dare priorità ad una norma che ha anche significati politici e di lasciare alla prossima legislatura, invece, provvedimenti più incisivi sul fronte del sostegno alle famiglie che accudiscono malati gravi. Non mancano riflessioni più ampie sulla difficoltà che il mondo cattolico ha avuto nello spiegare le proprie ragioni al Paese, alle altre culture e alle parti politiche. ( Cosa dice la legge sul biotestamento CLICCA QUI )

“Per secoli si è tenuto in piedi il rapporto medico-paziente con la formula 'secondo scienza e coscienza'. Il medico deve avere la libertà di dire di non essere d'accordo. Questa legge toglie dignità alla professione medica. La vita non si norma", ha detto poco dopo il varo della legge don Massimo Angelelli, direttore dell’ufficio per la Pastorale della salute della Cei, interpellato dalle agenzie di stampa. Prima e dopo di lui, tante realtà laicali hanno detto la loro opinione.

IL PARERE NEGATIVO DEI MEDICI

Particolarmente rilevante la posizione dei Medici cattolici: “Manifestiamo preoccupazione e in alcuni punti anche contrarietà”, ripetono in un comunicato congiunto Filippo Maria Boscia e Giuseppe Battimelli, presidente e vicepresidente nazionale dell’Associazione medici cattolici italiani (Amci). “Paventiamo – proseguono - soprattutto che il principio dell’indisponibilita’ della vita da assoluto possa essere ora in qualche modo relativo, prevalendo un’autodeterminazione del paziente, svincolata da un proficuo rapporto di cura con il medico, come si evince anche dall’utilizzo del termine ‘disposizioni’ al posto di ‘dichiarazioni’”. Pertanto, si prosegue, “anche l’obiezione di coscienza non sembra esplicitamente enunciata nel testo come anche si evidenzia l’esclusione della possibilità di sottrarsi all’applicazione della legge da parte di strutture sanitarie private accreditate che hanno un codice etico difforme dai principi della legge stessa, costringendole a un’obbligatorietà che appare francamente incostituzionale”. Infine, conclude l’Amci, “desta notevole difficoltà la definizione dell’idratazione e dell’alimentazione artificiale come trattamenti sanitari che si possono rifiutare o sospendere sempre e comunque e senza giustificazione alcuna, non tenendo conto delle condizioni cliniche dell’ammalato e se risultino utili ai benefici attesi. Perciò riteniamo che tutta la classe medica italiana debba in questo momento rinnovare il suo impegno, riaffermando la “prossimita’ responsabile” del buon Samaritano che è quella
di accompagnamento, empatia e di non abbandono dell’uomo fragile ed ammalato”.

Va detto, tuttavia, che la sezione milanese dell’Amci, attraverso il dottore Alberto Cozzi, ha assunto una posizione diversa: “La legge è un onorevole compromesso che rispetta i dettami della Costituzione e la carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, rispetta l'autonomia decisionale del malato e al contempo l'autonomia professionale e responsabilità del medico e valorizza la relazione di cura nella forte alleanza terapeutica medico-paziente e familiari. Garantisce inoltre la libertà del malato, dice un no chiaro all'eutanasia e va ben oltre l'accanimento terapeutico. L'obiezione del medico non si pone perché il medico può disattendere le Dat quando sono palesemente incongrue". A stretto giro di posta l'Amci nazionale risponde ai medici milanesi: "Prendiamo atto con rammarico della loro soddisfazione. Tuttavia la sezione Amci di Milano, con il suo numero esiguo di iscritti, rappresenta una condizione di marginalità". 

 

LE PREOCCUPAZIONI DELL'ASSOCIAZIONISMO

Uscendo dall’ambito più strettamente medico, anche il Forum delle associazioni familiari, con poche righe abbastanza secche nel contenuto, condanna la scelta del Parlamento: “Si è fatta la scelta più semplice, confondendo cura del malato con accanimento terapeutico e introducendo di fatto l’eutanasia omissiva. Ben più utile ed efficace sarebbe stato offrire alle famiglie un aiuto nell’assistenza ai malati terminali. Ma come sempre le famiglie vengono abbandonate a se stesse nel gestire situazioni di dolore e di sofferenza con l’aggravante che l’impossibilità di obiezione di coscienza da parte dei medici mina, invece di favorire, il rapporto con il malato e con i familiari”. Sul fronte giuridico, Alberto Gambino, prorettore dell’Università europea di Roma e presidente di Scienza e vita, evidenzia come l’esito del Senato risponda ad un “intento elettoralistico” che però si traduce “in una vera e propria eclissi della ragione, con sicure ricadute sociali". Gambino ricorda che “la stragrande maggioranza di medici, specialisti, oncologi, bioeticisti, giuristi, associazioni di cittadini auditi dal Senato (ben 37 su 42) hanno argomentato che il disegno di legge andava modificato”. Richieste inascoltate, e ora “saremo sommersi da slogan che inneggeranno alla vittoria dei diritti civili, quando invece saranno tutti gli italiani a subire il drammatico peggioramento delle prassi sanitarie italiane provocate dall'approvazione di questa legge”. “Ora più che mai - conclude Gambino - è necessario che tutte le realtà che da sempre si assumono la cura delle persone più fragili e indifese si impegnino congiuntamente per scongiurare derive di abbandono terapeutico provocate dalla lettura autodeterministica di questa legge. Scienza & Vita è pronta a promuovere un tavolo di lavoro e di tutela insieme a organizzazioni e movimenti, società scientifiche e associazioni di categoria, ospedali e case di cura, pazienti e caregivers, giuristi e bioeticisti affinché nessuno possa mai essere prevaricato in nome di una legge che non ha voluto”.

 

 

In parte complementari i rilievi dell’Aisla, l’Associazione italiana sclerosi laterali amiotrofico”, che pur partendo da un’opinione favorevole al testo (“un passo avanti”) denuncia la carenza di fondi per l’assistenza domiciliare e familiare e ricorda che “un'assistenza domiciliare attenta e professionale è l'unico modo per non lasciare sole le persone e i loro famigliari davanti alla malattia”.

Annuncia battaglia, intanto, Pro vita, che con il presidente Toni Brandi assicura che “il 4 marzo – ipotetica data delle elezioni – ci ricorderemo dei politici e dei partiti che, prima alla Camera e poi al Senato, hanno voluto questa legge mortifera e nazista». Secondo Brandi, “Pd e M5S hanno legalizzato l’eutanasia in Italia”

Anche Massimo Gandolfini, leader del Family day e neurochirurgo, è molto critico verso la legge: “Un altro strappo ai valori antropologici che si fondano sul bene prezioso ed insostituibile della vita, aprendo la strada all’autodeterminazione per la morte. Accadrà che in un Pronto soccorso, in presenza di un ictus cerebrale o di un arresto cardiaco per infarto, il medico sarà obbligato non già a tentare di salvarlo e restituirgli la salute, bensì a conoscere se e dove il paziente ha scritto e depositato le sue Dat. Non avrà miglior sorte – continua Gandolfini - un neonato prematuro, per il quale chi gestirà la potestà genitoriale avrà la possibilità di pretendere che non venga alimentato per via artificiale, in previsione di possibili disabilità. E se il medico fosse contrario, si ricorrerà al giudice”. “Con questa legge – conclude Gandolfini - viene rotta l’alleanza di cura medico/paziente su cui la medicina si basa da migliaia di anni. Ma la sinistra aveva fretta di portare a casa una bandiera da sventolare in campagna elettorale. Ce ne ricorderemo”. 

Stessi toni anche dal Centro studi Rosario Livatino: "Per uscire dal totalitarismo, subdolo ma reale, che manipola la vita, la seleziona geneticamente e ne dispone con arbitrio la fine, non sarà sufficiente il sostegno ai medici che rifiuteranno il ruolo di boia, né sarà sufficiente l’eventuale modifica delle norme più devastanti approvate oggi, come quella che impone l’eutanasia pure agli ospedali di ispirazione religiosa (i cui responsabili, salve rare eccezioni, sono apparsi silenti, se non proprio conniventi. Sarà indispensabile un lavoro, culturale prima ancora che politico, per riscoprire le basi antropologiche dell’ordinamento, per scongiurare il suicidio di una Nazione di zombie, nella quale ogni anno il numero dei morti supera largamente quello dei nuovi nati".

Il punto di vista dei genitori è espresso invece dall’Agesc, che esprime "viva preoccupazione per il destino dei bambini malati, affidato ad una legge che impedisce l'obiezione di coscienza dei medici e penalizza malato e famigliari. Come genitori viviamo una dolorosa incertezza, a causa delle contraddizioni che la legge non risolve e che si presentano puntualmente nei Paesi in cui l'eutanasia è già una realtà", scrive il presidente Roberto Gontero. 

Il provvedimento preoccupa anche le realtà di cura. Giovanni Ramonda, presidente della Comunità papa Giovanni XXIII, parla di “fretta ed errori” nella legge. “Il considerare l'idratazione e la nutrizione artificiale come terapie, l'ambiguità sull'obiezione di coscienza, il ruolo dei tutori sono elementi che rendono questa legge sbagliata – prosegue -. Non esiste un diritto alla morte ma solo un diritto alla vita. Ci auguriamo che la prossima legislatura possa porre rimedio agli errori fatti».

Con un articolo sul proprio sito, anche la Presidenza nazionale dell’Azione cattolica italiana ha detto la sua sulla legge: “Si tratta di un testo che introduce un’accezione estensiva del concetto di terapia e non concorre, invece, a rafforzare la centralità della relazione tra medico, paziente e altri soggetti coinvolti, rischiando di rendere le cose più complesse, invece che più chiare”. Per l’Azione cattolica, ora, serve una riflessione più ampia: “C'è bisogno di far crescere un dialogo serio tra le diverse culture e le differenti tradizioni politiche che abitano la nostra società sul modo con cui concepiamo la vita e la morte, la malattia e la cura, la libertà e la responsabilità di ciascuno. E questo ci chiede anche di domandarci se in questi anni abbiamo saputo, da credenti impegnati nel mondo, trovare parole, gesti e occasioni per argomentare la convinzione profonda che la vita non è (solo) nostra, non è un bene disponibile, non appartiene (solo) a noi stessi, ma quantomeno, per chi non crede, a tutta la trama di relazioni personali e sociali che le danno forma”. L’Ac si chiede, infine, “se e come sapremo fare del passaggio rappresentato da questa legge non una ragione di scontro ideologico ma l’opportunità per cercare di nutrire il nostro tempo con i dubbi, le speranze e le convinzioni che nascono da una concezione di bene radicata nella ragione e illuminata dalla fede”.

(Fonte: www.avvenire.it)

Manager al servizio di Onlus e Associazioni no profit

Sono oltre 220 i manager del Gruppo Volontariato Manageritalia Milano (GV) che forniscono assistenza e consulenza pro bono e sono coinvolti in più di 150 progetti al servizio di Onlus ed Associazioni no profit.

Ecco alcune delle recenti iniziative:

Mamme a Scuola e Benefit Cosmetic Italy 
La multinazionale della cosmetica Benefit Cosmetic ha legato una propria iniziativa promozionale “Bold is Beautiful" alla raccolta fondi in beneficienza che nel maggio scorso ha raccolto 195.000 €, la metà dei quali, grazie all’attività di supporto di volontari del Gruppo Volontariato Manageritalia, sono stati conferiti all’associazione Mamme a Scuola che si occupa di aiutare le donne a migliorare le loro condizioni di vita. Lo scorso 18 ottobre, durante una manifestazione, Benefit Cosmetic ha consegnato l’assegno di 97.581 €, alla Sig.ra Ornella Sanfilippo Bider, Presidente di Mamme a Scuola.

Banco Alimentare - Bilancio Sociale 2016  
Nel mese di novembre il Banco Alimentare Lombardia ha presentato il Bilancio Sociale 2016.
In Italia il numero di persone che vivono nella condizione di povertà assoluta sono 4 milioni e 742 mila (1 su 13), più del doppio rispetto al 2008 (anno di inizio della crisi), in questo contesto opera il Banco Alimentare Italia.
In particolare il Banco Alimentare Lombardia recupera le eccedenze alimentari e le redistribuisce ad una rete di 1.259 strutture caritative. Nel 2016 sono state raccolte 15.193 tonnellate eccedenze alimentari trasformate in 30,4 di milioni di pasti equivalenti (500 gr. di alimenti), ed assistito 208.882 persone, tra queste 65.000 minori di cui 22.000 tra 0 e 5 anni.

Reale Mutua. Welfare Together -La sicurezza arriva con l’app  
Il GV è partner di Reale Mutua in collaborazione con il gruppo VITA e con Make a Cube (incubatore di imprese sociali) sul nuovo concorso che Reale Mutua ha lanciato e che è centrato sul tema della sicurezza. Si tratta di individuare idee innovative per la sicurezza delle persone, declinata come “prevenzione strumento di sicurezza”. Sicurezza delle donne, dei bambini, delle zone a rischio idrogeologico e sicurezza internet.

Progetti per l’aiuto ai Carcerati  
Il GV, attraverso il proprio Team operativo sui progetti a favore delle Carceri, sta attivamente lavorando alla ricerca di opportunità di lavoro per l’inserimento sociale dei detenuti attraverso un progetto che vede la collaborazione tra l’Amministrazione Penitenziaria di Milano (PRAP) e la Croce Rossa Italiana, Comitato di Milano. Il progetto ha un elevato valore sociale poiché la riabilitazione del detenuto attraverso il lavoro porta alla riduzione della recidiva al 20%, contro la media nazionale del 67%. 

Iniziative dalle Delegazioni Manageritalia Milano
>> Delegazione di Varese
Il GV di Varese sta collaborando con l’Istituto Enrico Tosi di Busto Arsizio, noto per la qualità dell’istruzione superiore di indirizzo economico. Il collega Franco Fioravanti ha tenuto un intervento in inglese su richiesta degli allievi del Tosi dal titolo International Companies’ Strategy: delocalization vs. centralization.  In novembre diverrà operativa la collaborazione con i Licei Linguistico e Scientifico di Gavirate con un intervento in inglese dal titolo: Decisioni strategiche di gruppi multinazionali. Inoltre al Liceo Scientifico di Gavirate verrà presentato un intervento sul tema: Business Plan.

>> Delegazione di Monza
Il GV di Monza è impegnato su più fronti. Con l’associazione E-lab Onlus, che svolge attività di doposcuola con intenti di inclusione per ragazzi difficili o che si trovano in un ambiente familiare fragile, è in corso una analisi della struttura organizzativa per migliorare la loro efficienza ed efficacia; sono impegnati i colleghi Severo Vegezzi, Rita Baderna, Roberto Candela e Gianfranco Gatti. Con la società sportiva A.D.S. Silvia Tremolada, che si occupa di ragazzi disabili, il collega Severo Vegezzi sta lavorando per definire il programma operativo di intervento sui temi organizzazione e partecipazione a bandi. Con la Fondazione Rosa dei Venti, che si occupa di disagio giovanile con una sede a Tavernerio sono al lavoro i colleghi Rita Baderna e Massimo Martinengo sul progetto di una start up per lo sfruttamento di una fonte di acqua minerale che si trova nella proprietà della Fondazione (un tempo conosciuta come Fonte Plinia).

>> Delegazione di Bergamo
Il GV di Bergamo sta muovendo i primi passi organizzativi ed al momento sta iniziando una collaborazione con il Banco Alimentare sul progetto Siticibo.
Inoltre i colleghi di Bergamo hanno avuto un incontro con l’assessore alle politiche sociali del Comune di Bergamo, cui hanno presentato le attività del Gruppo Volontariato Manageritalia.

(Fonte: www.manageritalia.it)

Nasce Euma, l'associazione che riunisce 24 club alpinistici europei

Il nuovo organismo è stato presentato nell'ambito di "Cime a Milano 2017" dal presidente generale del Cai, Vincenzo Torti 

Milano, 12 dicembre 2017 - Una nuova associazione formata da 24 club alpinistici europei (tra i quali il Club alpino italiano) per rappresentare i loro interessi comuni, in particolare nei settori dell'alpinismo, della protezione della natura e dell'educazione ambientale, nonché degli obiettivi documentati in convenzioni come la Convenzione delle Alpi o la Convenzione dei Carpazi.

Queste le caratteristiche della neonata Euma, l'Unione europea delle associazioni di alpinismo, che avrà il principale obiettivo di relazionarsi con le autorità dell'Unione europea, del Parlamento europeo e delle organizzazioni transnazionali. La nuova associazione non si occuperà esplicitamente di sport e attività competitive. Euma è stata presentata oggi dal presidente generale del Cai, Vincenzo Torti nell'ambito di "Cime a Milano 2017" all'Università statale. "Questa nuova entità - ha detto - vuole essere interlocutore di tutte le associazioni di alpinismo interessate alla tutela e alla valorizzazione dei territori montani, all'educazione ambientale e alle reti per lo sviluppo delle terre alte. Euma intende essere il punto di riferimento per parlare di montagna e delle sue criticità, l'unica voce nei confronti dell'Unione europea, nonostante le differenze esistenti tra i singoli club alpini"

(Fonte: www.ilgiorno.it)

Tumore al pancreas, nel 2018 nasce la Federazione di associazioni dei pazienti

Sensibilizzare l’opinione pubblica sulla lotta del tumore al pancreas e raccogliere più fondi per la ricerca su questa neoplasia. E' l'obiettivo delle Associazioni dei pazienti che nel corso del 2018 si uniranno in una Federazione, costituendo una vera e propria Coalizione nazionale. L’annuncio è stato dato a Roma in occasione del 'Quality and Innovation in Pancreatic cancer", evento realizzato per la Giornata mondiale del tumore al pancreas.

"Il primo progetto in cantiere è quello di creare una piattaforma web che possa interfacciarsi con le istituzioni in maniera efficace, dove far convogliare in maniera ufficiale tutte le informazioni sulla malattia, sui trattamenti, sui Centri di riferimento, una sorta di vademecum ufficiale per il paziente - spiega Francesca Mella, vicepresidente dell'Associazione Nastro Viola', una delle quattro associazioni di pazienti che formerà la coalizione insieme alla 'Fondazione Nadia Valsecchi', 'Oltre la ricerca' e 'Progetto My Everest'.

 

"Unendoci - prosegue Mella - pensiamo di poter riuscire a far sentire maggiormente la nostra voce, che poi è la voce dei pazienti, dei loro bisogni. Vogliamo riuscire a mettere a disposizione dei pazienti, e dei loro familiari, strumenti che permettano loro di individuare precocemente eventuali sintomi che possono essere dei campanelli di allarme. Vorremmo fare da punto di riferimento, essere un tramite tra pazienti e medici, ospedali e Centri di riferimento".

Grazie all'Associazione, inoltre, anche quest’anno i più famosi monumenti italiani si sono illuminati di viola per accendere i riflettori su questa neoplasia: ben 83, tra i quali la Mole Antonelliana, la Reggia di Caserta e il Maschio Angioino a Napoli. "Abbiamo lanciato questa iniziativa tre anni fa con soli 15 luoghi, poi ne abbiamo avuti una cinquantina e oggi siamo arrivati a più di 80 - sottolinea Mella - Quindi, i cittadini sono sempre più sensibilizzati su questo problema. Il senso di questa iniziativa è quello ovviamente di fare luce sul problema, di puntare il riflettore sulla patologia e sulla necessità che la ricerca vada avanti".

Nel corso dell'evento hanno inoltre portato la loro testimonianza pazienti che combattono contro la malattia, come Andrea Spinelli, malato dal 2013. Andrea ha trovato il modo di reagire camminando: iniziando recandosi in ospedale a piedi da casa, per un tragitto di circa 15 km, ha poi intrapreso dei veri e propri cammini che l'hanno condotto dal confine Italo-Austriaco fino in Toscana; dalla Via Francigena alla Francia; dai Pirenei fino all'Oceano Atlantico passando per Santiago di Compostela. In totale 2.248 km, percorsi sempre a piedi. "'Se di cancro si muore pur si vive'" è il mio motto - racconta - e se il mio 'cammino con il cancro' può essere di aiuto anche ad una sola persona, allora alla fine non avrà perso, ma vinto".

(Fonte: adkronos.com)

Terzo Settore, pubblicato il bando per progetti di rilevanza nazionale

Sono più di 91 milioni le risorse che il Governo, in attuazione del Codice del Terzo Settore, ha messo a disposizione per sostenere, anche attraverso le Reti associative, iniziative e progetti promossi da organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale e fondazioni comprese tra gli enti del Terzo Settore.

Nei giorni scorsi è stato pubblicato l’atto di indirizzo del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, e il relativo Avviso pubblico per gli enti interessati a presentare progetti di rilevanza nazionale per lo svolgimento di attività di interesse generale.

I progetti che il bando andrà a finanziare dovranno riguardare ambiti quali il reinserimento lavorativo delle fasce deboli della popolazione, il contrasto dello sfruttamento del lavoro nero, lo sviluppo della cultura del volontariato tra i giovani, l’integrazione dei migranti e la creazione di forme di welfare di comunità.

I progetti, del valore compreso tra un minimo di 250mila e un massimo di 900mila euro, devono prevedere lo svolgimento di attività progettuali in almeno 10 Regioni e avere durata compresa tra 12 e 18 mesi.

I contributi possono coprire fino all’80% del costo totale in caso di progetti promossi da associazioni di promozione sociale o da organizzazioni di volontariato, mentre il cofinanziamento scende al 50% della spesa per le fondazioni del terzo settore.

La scadenza per la presentazione delle domande è fissata alle ore 12.00 dell’11 dicembre 2017 e una convenzione regolerà l’attuazione dei progetti ammessi al finanziamento e le attività dovranno partire entro 15 giorni dal ricevimento del documento sottoscritto dal Ministero.

“Con questo provvedimento – ha dichiarato il Sottosegretario al Lavoro, Luigi  Bobba – la riforma del Terzo Settore entra pienamente nella fase attuativa. Entro l’anno, saranno emanati altri importanti atti amministrativi riguardanti la costituzione dell’Organismo nazionale di controllo dei Centri di servizio del volontariato e l’istituzione del Consiglio Nazionale del Terzo settore. Così come, ben presto, sarà sottoscritto un protocollo d’intesa tra il Ministero del Lavoro e diverse amministrazioni territoriali e statali per l’avvio del Social bonus”.

Le risorse che il Governo ha destinato al Terzo Settore sono così ripartite:

a) 10 milioni, a carattere rotativo, per programmi di investimento degli enti associativi e delle fondazioni del Terzo settore;

b) circa 45 milioni per progetti di rilevanza nazionale da presentare al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali entro l’11 dicembre 2017;

c) 26 milioni per progetti di rilevanza locale che, entro dicembre 2017, saranno ripartiti alle Regioni mediante appositi accordi di programma affinché vengano destinati, con avviso pubblico, agli enti associativi di Terzo Settore che operano nel territorio regionale di appartenenza;

d) 7,75 milioni di euro, in forma di contributi per l’acquisto di autoambulanze e autoveicoli per attività sanitarie e beni strumentali, per gli enti che operano nel campo socio sanitario;

e) 2,58 milioni di euro per le associazioni di promozione sociale di cui alla Legge 476 del 1987 che promuovono l’assistenza di soggetti con particolari forme di svantaggio.

L’articolo Terzo Settore, pubblicato il bando per progetti di rilevanza nazionale sembra essere il primo su Abruzzo Sviluppo.

 

(Fonte: Agenparl - Pescara)

Le Organizzazioni No Profit, il Terzo Settore e Il Nuovo Codice.

Le organizzazioni non-profit si caratterizzano per avere come obiettivo il bene comune. Con il termine no profit si indicano le attività svolte non professionalmente e senza scopo di lucro, che quindi perseguono un fine diverso dal profitto. In realtà, per essere precisi, le associazioni non profit possono svolgere attività a pagamento e possono conseguire profitti, ma non possono dividerli tra i soci (a differenza di quanto avviene nelle società commerciali). I soldi incassati dall’ente no profit vengono accantonati e riutilizzati dallo stesso per finanziare le sue attività e raggiungere i suoi scopi statutari.

La novità in materia è rappresentata dall’adozione, lo scorso mese di agosto, del Codice del Terzo settore, composto di 104 articoli, che disciplina la costituzione degli enti no profit. Si viene così dare ordine, ma anche a colmare  vuoti legislativi, del così detto Terzo Settore  che trova, finalmente, specifica e dettagliata disciplina, anche se per la sua completa operatività sarà necessario attendere l’emanazione dei decreti attuativi, entro l’arco di 18 mesi dalla sua entrata in vigore. Gli articoli finali del codice contengono la disciplina transitoria, in conformità della quale continuano ad applicarsi le norme previgenti fino al completo adeguamento della disciplina che sostituisce tutte le vecchie normative del settore, raggruppando in un solo testo tutte le tipologie di quelli che da ora in poi si dovranno chiamare Enti del terzo settore. Saranno 7 le nuove tipologie di enti:

  • organizzazioni di volontariato;
  • associazioni di promozione sociale;
  • imprese sociali;
  • enti filantropici;
  • reti associative;
  • società di mutuo soccorso;
  • altri enti (associazioni riconosciute e non, fondazioni, enti di carattere privato senza scopo di lucro diversi dalle società).

È prevista la nascita del Registro unico nazionale del terzo settore (detto RUNTS) che andrà a riunire e sostituire gli oltre 300 registri ed elenchi oggi esistenti. Gli Enti del terzo settore, con l’iscrizione al registro, saranno tenuti al rispetto di vari obblighi riguardanti la democrazia interna, la trasparenza nei bilanci, i rapporti di lavoro e i relativi stipendi, l’assicurazione dei volontari, la destinazione degli eventuali utili. Ci saranno, però, anche dei vantaggi che consistono nell’accesso anche a una serie di esenzioni vantaggi economici previsti dalla riforma come ad esempio incentivi fiscali maggiorati per le associazioni, per i donatori e per gli investitori nelle imprese sociali.

Le organizzazioni esistenti hanno tempo fino a febbraio 2019 per adeguare i propri statuti alle prescrizioni della legge.

 

 

Protezione civile anche per animali

LEGGE PROTEZIONE CIVILE ANCHE PER ANIMALI

E’ ormai evidente la necessità di mettere a disposizione del Paese servizi di protezione civile anche per gli animali e le loro famiglie e non è più rinviabile una decisione in merito. Lo ribadiscono le associazioni animaliste (Animalisti Italiani, Enpa, Lav, LNDC, Leidaa e Oipa) che da tempo si battono per questo obiettivo e che oggi hanno promosso, nella sala NIlde Iotti della Camera dei deputati, una tavola rotonda intitolata “Gli interventi delle associazioni animaliste nelle calamità”.

Il salvataggio, il recupero, la messa in sicurezza, la gestione degli animali da compagnia in occasione di calamità naturali, dai terremoti alle alluvioni, alle nevicate che isolano intere comunità, sono esigenze sempre più sentite tanto dalle famiglie quanto dalle amministrazioni locali Il tempo della gestione spontaneistica ed episodica delle emergenze deve finire. Perciò le associazioni chiedono che:  durante l’esame dello schema di decreto legislativo sulla protezione civile da parte della Conferenza Stato–Regioni, nella seduta del prossimo 6 dicembre, e nelle sedi parlamentari preposte, sia introdotta una previsione che contempli esplicitamente, tra gli obiettivi della protezione civile il soccorso, l’assistenza e la tutela degli animali. Tale iniziativa sarebbe in linea con l’impegno - assunto dal governo accogliendo, il 7 marzo scorso, nell’aula della Camera dei deputati,  l’ordine del giorno n.9/2607-B/4 Duranti-Palese - “a dotare la Protezione Civile di una sezione dedicata all’intervento sugli animali”. Sarebbe inoltre opportuno istituire, in seno alla Protezione civile, un coordinamento che provveda alla formazione dei volontari e che coinvolga non solo l’associazionismo animalista, ma anche i medici veterinari che potrebbero rappresentare una grande risorsa in supporto ai territori colpiti da calamità.

Sono maturi i tempi, affermano le associazioni, per una Protezione civile animale, per un volontariato specializzato il cui ruolo sia riconosciuto e il cui lavoro sia in sinergia con le istituzioni che operano sul territorio. Il dibattito, del resto, si apre in un momento cruciale per il ruolo del no profit nella prospettiva di riforma della protezione civile. E non solo, dopo che, nel provvedimento sul Terzo settore, la parola “animali” non è stata espressamente citata. Un errore che è fuori dal tempo.

Il cammino non sarà breve, ma da oggi il Parlamento non avrà alibi per dire “non sapevamo”, “non avevamo capito”.

(Fonte : Lav.it)

Ricomincia la Fabbrica del sorriso

Dal 15 al 29 dona al 45522 contro i tumori infantili

La Fabbrica del Sorriso prosegue con la grande campagna di raccolta fondi e di comunicazione sociale in favore della lotta ai tumori infantili.


Quattro le associazioni individuate e quattro i grandi progetti beneficiari da sostenere nell’ambito della ricerca, assistenza ospedaliera, assistenza domiciliare e miglioramento della qualità di vita dei piccoli pazienti: AIL(Associazione Italiana Contro le Leucemie, i Linfomi e Mieloma Onlus), AIRC(Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer Onlus (Ospedale Pediatrico di Firenze) e Make-A-Wish Italia Onlus, Associazione che realizza il desiderio del cuore dei bambini affetti da gravi patologie per donar loro una vita migliore.

Nelle settimane di raccolta tv, il palinsesto di tutte le Reti Mediaset sarà coinvolto attivamente nella grande maratona, i volti più amati, i maggiori programmi d’intrattenimento, di sport, d’informazione e i Tg delle Reti Mediaset, dedicheranno numerosi momenti a Fabbrica del Sorriso, con approfondimenti, testimonianze e ricordando ai telespettatori i canali attraverso i quali poter effettuare le donazioni.

In campo anche quattro giornalisti delle maggiori testate Mediaset con servizi sui progetti della associazioni scelte da Fabbrica del Sorriso: Elisa Triani, Cristina Bianchino, Alfredo Macchi e Francesco Vecchi.

Per sostenere i progetti proposti da Fabbrica del Sorriso 2017 sarà possibile donare con carta di credito tramite il sito di Mediafriends, con bonifico bancario utilizzando l’IBAN: IT92R0103020600000055555575, tramite SMS solidale al 45522 dal 15 al 29 ottobre.